è un
classico della cucina partenopea, definito non solo in termini geografici, ma
anche temporali : si mangia a Ferragosto; però buono anche qui e a dicembre.
Che
quando saprete com’è costruito penserete : a) l’Italia è un giacimento
culinario infinito; b) potrebbe essere l’idea di uno chef stellato impazzito;
c) però, cacchio, che buono.
Pronti
?
Via
con i materiali e poi la procedura
Per 4
curiosi:
600
gr di melanzane (tonde o lunghe purchè sode)
250
gr di zucchero
70 gr
di mandorle a lamelle (o tritate)
100
gr di cioccolato fondente (70%)
25 gr
di farina 00
50 gr
di cacao
255
gr di acqua
Farina
di riso q.b.
Olio
di semi di arachide q.b.
Mescolate
il cacao e la farina con 150 gr d’acqua.
Ponete
sul fuoco la restante acqua con lo zucchero e bollite 5’ (non fate caramellare), a
questo punto aggiungete allo sciroppo il cioccolato tritato, fuori dal fuoco.
Una volta mescolato, aggiungete la crema di cacao e farina.
Riportate sul fuoco e addensate (15’ circa).
Private
le melanzane della buccia con un pelapatate e tagliatele a 4 mm circa (per lungo quelle
lunghe) , passatele nella farina di riso eliminando la farina in eccesso e
friggete.
Foderate
uno stampo di carta forno e versate la salsa al cioccolato e un primo strato di
melanzane, spolverate di mandorle (la ricetta originale prevede anche nocciole,
arancio candito e così via…) e continuate con salsa e melanzane fino ad
esaurimento.
Ora
la tradizione si divide : chi cuoce in forno per 15’ e poi mette in frigo, chi
mette in frigo direttamente per 12 h salvo estrarla dal frigo, in entrambi i
casi, 1 ora prima di mangiarla.
Ho
provato entrambe le strade e a me sono piaciute, tra chi ha assaggiato : un sì
per quella cotta e un
bo’-vanno-bene-tutte-e-due. Quella non cotta rimane più compatta e quindi più
facilmente servibile.
Questo
dessert non è solo sorprendente. Se
vedrete il film Mummy, una vera forza della natura e una profonda complessità, troverete parecchi punti in
comune.
Tranne il finale.